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Cardito

Cardito. La coalizione di centrosinistra a Cardito con Giuseppe Cirillo Sindaco

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Il Sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, ha presentato la lista dei candidati per la coalizione di centrosinistra.

I candidati alla carica di consigliere comunale per la lista Cardito Liberale sono:

1 Mirone Giuseppe

2 Anatriello Mario

3 Casillo La Montagana Giacomo detto “Casillo”

4 Castellano Rosa

5 D’Angelo Antonietta detta “Tonia”

6 Daniele Anna Giuseppa

7 Del Prete Luisa

8 Di Giorgio Francesca

9 Di Maso Ugo

10 Di Sabato Amalia

11 Iadicicco Antonio

12 Iorio Alessandra

13 Mastellone Anna

14 Setola Rocco

15 Sorrentino Raffaella

16 Zimbardi Giuseppina

I nominativi dei candidati alla carica di consigliere comunale della lista Partito Democratico sono:

1 Campanile Vincenzo

2 Bova Crispino Pasquale detto “Bova”

3 Castiello Antonia

4 D’Alessandro Alfonso

5 Gebiola Giuseppe

6 Giordano Sossio

7 Iavarone Annalisa

8 Lago Eugenio

9 Marzano Patrizia

10 Moccia Luigi

11 Narciso Giuseppina detta “Giusi”

12 Pellino Anna

13 Rizzuto Anna

14 Russo Laura

15 Russo Rocco

16 Saviano Maria

Per quanto riguarda la lista Italia Viva i candidati alla carica di consigliere comunale sono:

1 Fusco Luigi

2 Boemio Francesco

3 Chiacchio Pasquale

4 Candida Vincenzo

5 Croce Gianluca

6 D’Andrea Esposito Antonio

7 D’Angelo Rossella

8 Di Micco Pasquale

9 Iavarone Agnese

10 Leoncito Rachele

11 Nuvoletta Filomena

12 Orefice Francesca

13 Raucci Biagio

14 Riccio Biagio

15 Ciarfa Giuseppina Laura

16 Vicale Gennaro

I nominativi dei candidati alla carica di consigliere comunale della lista Idee in comune sono:

1 Russo Andrea

2 D’Agostino Pompeo detto “Peo”

3 Amato Carmine

4 Barra Alfonsina

5 Barra Carmine

6 Barra Maria

7 Belloni Carla

8 Capasso Giuseppina

9 Cinquegrana Antonio

10 Di Sarno Alfonso

11 Franco Pasqualino detto “Lino”

12 Fusco Carmela Assunta detta “Lina”

13 Pellino Teresa

14 Setola Raffaella

15 Sorriso Carmine

16 Torres Annalisa

I candidati alla carica di consigliere comunale per la lista A Viso Aperto Cardito sono:

1 Fusco Michele

2 Barra Gianluca detto “Luca”

3 Barra Raffaella

4 Biancardi Anastasia Angela

5 De Martino Antonella

6 De Rosa Alessandro

7 De Simone Raffaela

8 Di Micco Sara

9 Grieco Valentina

10 Liguori Giulia

11 Maiello Immacolata

12 Scamano Stefania Olimpia

13 Sibilio Carmine

14 Vitolo Valeria

15 Aprovidolo Giovanni

16 Giangrande Antonio

I nominativi dei candidati alla carica di consigliere comunale della lista Cardito Democratica sono:

1 Desimone Orlando

2 Amirante Santo

3 Romano Carmine

4 Iannicelli Angelo

5 Orabona Anna

6 Castaldo Angela

7 Archetto Valeria

8 Bandiera Oreste

9 Di Micco Giovanna

10 Falco Carmela

11 Fusco Iolanda

12 Marinello Marianna detta “Dell’Omo”

13 Perrotta Monica

14 Russo Ernesto detto “Ernesto”

15 Russo Gaetano detto “Gaetano”

16 Santucci Angelo

Cardito

CARDITO. Il Consigliere Russo attacca il Sindaco sul tema staff personale, riportando dati falsi

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CARDITO – Non sempre un giornalista critico della politica entra nel merito del dibattito pubblico se non per evidenziare le fake news legate alla demagogia spicciola che possono uscire fuori dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori.

È quanto successo pochi minuti fa nel comune del cardellino con le dichiarazioni del Consigliere Andrea Russo che affrontando un tema demagogico come quello dello sperpero di denaro pubblico legato all’assunzione degli organi formanti lo staff del Sindaco, dichiara, attraverso un video postato sui social, alcune falsità al solo scopo di alimentare rabbia e impopolarità nella figura del primo cittadino. Ma andiamo ad analizzare i fatti.

Andrea Russo nel suo video asserisce che il Sindaco Giuseppe Cirillo abbia portato il numero dei formanti lo staff da 3 a 5 soggetti, lasciando intendere una volontà da parte del primo cittadino su un ulteriore esborso di denaro pubblico. Nulla di più falso. Gli staffisti nel comune gialloblu sono sempre stati tre. All’inizio furono assunti Andrea Fisher – staffista storico – Vincenzo Russo, Nicola Di Micco e Biagio Barra, poi si decise di nominare il Di Micco dirigente dell’ente sfruttando l’Art. 110 del Tuel, liberando così una casella dal capitolo di bilancio posto in essere sullo staff del Sindaco. Da allore quella casella è rimasta vuota per parecchi mesi, facendo risparmiare, in realtà, soldi ai contribuenti.

Oggi il primo cittadino, vuoi perché oberato di lavoro, vuoi perché abituato ad avere la segreteria con impegni suddivisi su tre elementi, ha pensato bene di assumere due figure part-time. Praticamente la casella lasciata vuota da Di Micco sarà riempita da altri due staffisti allo stesso costo di sempre da parte dell’ente.

Il dato politico che esce fuori è quasi pari a zero. A queste latitudini si cerca di fare opposizione sul nulla. Si comprende e va bene il gioco delle parti, ma non si può parlare a distanza di tre anni dopo aver passato gli stessi anni tra i banchi di maggioranza accompagnati dal mutismo selettivo cronico e svegliarsi su questioni, inesistenti tra l’altro, solo ora e per giunta raccontando frottole. Ci aspettiamo altro da un professionista come Andrea Russo che in quanto tale dovrebbe anche capire che anche il confronto con i comuni limitrofi non regge. Gli altri enti non hanno a capo un Sindaco che deve destreggiarsi tra impegni locali e metropolitani, quindi che ben vengano occhi vigili sul territorio atti ad arginare facili distrazioni o dimenticanze. Non mi si venga neanche ad incolpare il primo cittadino per la doppia carica, dato che la sua visione sovracomunale è sotto gli occhi della città e la ricezione di decine di milioni di euro non è da tutti.

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Afragola

Stupri, violenze e omicidi. Facile fare il prete anticamorra con la legge che li obbliga a non denunciare

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Facile fare il prete di periferia negli addensamenti di povertà a nord di Napoli. Basta avere l’ambizione di andare a colmare un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni con l’aiuto della fede e della toga e un po’ di predisposizione all’egocentrismo. Aspettare che un tragico evento si verifichi e attendere, inesorabilmente, lo stuolo di colleghi giornalisti che, non sapendo chi intervistare, dato che a queste latitudini la politica è sempre assente per autoimplosione, si rivolgono al personaggio più populista e demagogo rimasto sul territorio.

Allora la riflessione che voglio fare oggi, così come esposta ai tempi dei fatti che riguardarono l’omicidio di Fortuna Loffredo è: la Chiesa che da secoli cerca di colmare i vuoti creati dalla cecità dei governatori sarebbe in grado di aiutare, fattivamente, le vittime di questi efferati delitti?

Tutti noi sappiamo che secondo l’art. 200 c.p.p. la legge italiana rispetta il segreto confessionale tanto che stabilisce che: il sacerdote a cui è stato confessato un reato NON può essere obbligato a essere chiamato come testimone in un processo. Al contrario, come recita l’art. 622 c.p., violare il segreto confessionale potrebbe costituire reato: il sacerdote che dovesse violare il segreto confessionale per un qualsiasi motivo NON previsto dalla legge, rischia la reclusione fino a 1 anno e una multa che può variare tre le € 30 e le € 516.

D’altro canto, invece, è pur vero che la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6912 del 14 gennaio 2017 ha chiarito che il sacerdote che NON DEVE violare il segreto confessionale è tenuto a collaborare con la giustizia. Il segreto confessionale cade nel momento in cui il fedele confessa di essere, ad esempio, stata vittima di violenza. Il sacerdote che, in sede di processo, si rifiuta di testimoniare o mente durante la deposizione rischia la reclusione fino a 6 anni per il reato di falsa testimonianza.

La differenza sta proprio qui! Se a confessare il reato è chi commette il reato? Allora vale la prima ipotesi, ossia, il prete è tenuto a non denunciare ciò che gli è stato riferito in confessione. Ma questo principio ecclesiastico, condiviso anche dalle norme laiche della nostra Costituzione, in verità, quanta carità cristiana serba in sé?

Facendo un’opportuna riflessione sociologica, da anni il tema della religiosità dei mafiosi, o dei criminali in generale, apre lo scenario a molteplici piani di analisi: da una parte, occorre chiedersi che significato assumono le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede all’interno di certi contesti, dall’altra è indispensabile valutare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nella storia. Lo studio delle organizzazioni mafiose lascia emergere il dato piuttosto singolare di una religione che diventa strumento di legittimazione, offrendo motivazioni agli atti criminosi, alleviando le paure e le angosce nutrite dagli affiliati per il proprio destino personale. Ed è per questi motivi che si può benissimo pensare che anche un reato come lo stupro può facilmente essere confessato ad un protettore di anime.

Allora la domanda sorge spontanea: a quali responsabilità la Chiesa espone un prete di periferia, pastore di un addensamento di povertà come quella del Parco Verde? Quale peso deve sopportare un prete anticamorra se tali principi lo devono, per forza maggiore, relegare alla figura di un inerme testimonial della lotta? Ma soprattutto come si sentirebbe l’uomo che alberga sotto la toga a sapere di essere stato costretto a non evitare tale scempio?

Allora l’ultima osservazione che vorrei fare è quella del ruolo della Chiesa nella società moderna. Forse, dico forse, con tutta la modestia possibile, sarebbe il caso di far scendere realmente in trincea chi, almeno a parole, dichiara di voler salvare la vita alla povera gente su questo umile pianeta e far sì che chi sappia denunci immediatamente.

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Caivano

Colpite delle auto di una concessionaria durante una sparatoria a Cardito

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Ieri notte alle ore 2:20 circa a Cardito, i carabinieri di Caivano sono intervenuti a via I Maggio angolo via della Repubblica per una segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati verso 4 auto che erano all’interno di un concessionario, 7 i fori causati. Sono in corso le indagini della vicenda.

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